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Bankitalia: “Continuerà la ripresa del mercato immobiliare”

Dopo anni di crisi, si è finalmente interrotta la flessione dei prezzi delle case e il numero di compravendite continua gradualmente ad aumentare. A ciò si è aggiunge una diminuzione del costo dei mutui per l’acquisto delle abitazioni e un conseguente aumento delle erogazioni. A dirlo è l’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia, secondo il quale diversi indicatori segnalano che la ripresa dovrebbe continuare nei prossimi mesi, con effetti positivi per la stabilità economica.

Dopo una flessione del 15% dall’estate 2011, i prezzi delle abitazioni si sono stabilizzati nel secondo semestre dello scorso anno. I prezzi dei nuovi fabbricati sono cresciuti. Il numero di compravendite di abitazioni ha continuato ad aumentare, salendo ai livelli massimi dal 2012; la tendenza ha interessato tutte le principali città. Il rapporto tra prezzi e affitti si è stabilizzato su valori storicamente molto bassi.

Anche l’indicatore della capacità delle famiglie di accedere al mercato immobiliare segnala condizioni particolarmente favorevoli, in ulteriore miglioramento grazie al recupero del reddito disponibile e al basso costo dei prestiti . Nel comparto non residenziale il numero delle compravendite è invece tornato a scendere e i prezzi hanno registrato una lieve diminuzione. Diversi indicatori anticipano un rafforzamento della ripresa del settore delle costruzioni e del mercato immobiliare nei prossimi mesi.

In dicembre la produzione nei settori industriali che forniscono i principali input al comparto edile è di nuovo aumentata. Anche i dati più recenti relativi ai permessi di costruire anticipano un incremento dell’attività di costruzione, dopo l’aumento segnato alla fine dello scorso anno. In marzo è proseguito il rialzo dell’indice del clima di fiducia delle imprese del comparto
La riduzione del costo dei mutui e l’aumento delle erogazioni

A febbraio del 2016 il costo medio dei prestiti per l’acquisto di abitazioni si è ridotto di 0,3 punti percentuali rispetto alla fine del 2014, al 2,5 per cento. Vi hanno contribuito sia la flessione dei tassi di riferimento dei mutui a tasso variabile ( che rappresentano una quota pari ai tre quarti dei mutui in essere), sia il calo dei margini applicati dagli intermediari sui nuovi prestiti, che è stato più marcato per i mutui a tasso fisso.

La quota delle erogazioni a tasso fisso è cresciuta a circa il 60 per cento dal 23 nel 2014, riducendo l’esposizione delle famiglie al rischio di futuri rialzi dei tassi. Nel 2015 circa il 7 per cento dei mutui in essere all’inizio dell’anno è stato rinegoziato, surrogato o sostituito.